Assieme alla sua famiglia abbiamo fortemente voluto questa serata, con l’intento di proporre un ricordo pubblico della nostra comune amica a partire dalla scelta del titolo “Per Paola” da intendersi nella doppia accezione di quel per: ossia un momento per lei come donna, moglie, mamma, nonna affettuosissima, amministratrice intelligente, politica onesta ed acuta, ma anche “secondo“ Paola, ossia per valorizzare il suo modello di lavoro, il suo modo di operare di fronte alle criticità del territorio o del sistema, radicalmente diverso dalla modalità tradizionale, madre dell’antipolitica, ossia quella del “Ne parleremo in commissione”. … rassicurazione tanto meno credibile quanto più spesso ripetuta.
Ma qual era questo modello personale che ha fatto scuola anche a noi, amiche e socie? Sembra banale a dirlo, ma vi assicuro che è rarissimo vedere un politico che ascolta attentamente in silenzio chi ha lamentele o reclami e rinuncia ai riflettori puntati su di sé. Paola non si metteva mai in mostra: era una attenta ascoltatrice con antenne sensibili pronte a captare i problemi della gente. Quando veniva cercata, proprio per una fiducia che emanava dalla sua persona, dal suo modo di rapportarsi con gli altri, dalla sua autorevolezza, per chiederle una mano, adottava la causa che le era stata esposta. Si documentava con rigore e precisione, studiava le leggi, consultava chi su quell’argomento possedeva competenze ed esperienza. Solo dopo questa trafila, proponeva strategie e possibilità di soluzione a chi si era rivolto a lei magari dopo aver bussato invano ad altre porte. Così era capitato per un gruppo di genitori di bambini della scuola pubblica primaria, così per i precari della scuola, così per le operaie in cassa integrazione, e in molti altri casi. Potrebbe sembrare apologetico se non ce lo testimoniassero le registrazioni dei consigli provinciali dove svolgeva il suo ruolo di capogruppo di minoranza facendo ciò per cui era stata eletta, ossia una opposizione competente e determinata. Non contestava il potere in quanto tale, ne combatteva le ingiustizie o le opacità quando verificava che, a volte nelle mani sbagliate – a prescindere dal sesso – offendeva la dignità delle cittadine e dei cittadini, alimentando una rassegnazione culturale alle ingiustizie e agli abusi cui si risponde ancora col disprezzo del “tanto sono tutti uguali”. Ecco; lei non voleva far parte di quella tipologia. Ha lavorato tantissimo contro l’atteggiamento dell’antipolitica che riteneva più facile della fatica quotidiana dell’impegno personale a prendere una posizione, soprattutto quando prenderla può comportare la perdita dei propri vantaggi per quanto piccoli possano essere.
Era una vera leader, capace di coordinare, organizzare, tenere assieme, assumersi le responsabilità del metterci la faccia, infaticabile nel creare inclusione, nel fare rete, soprattutto tra associazioni femminili, assolutamente riconoscente del lavoro di squadra fatto assieme a noi ma anche ad altre associazioni, ad altre donne, che ad ogni obiettivo raggiunto le faceva dire generosamente: “Ragazze, siamo state brave! Senza di voi io non avrei potuto fare niente!” Anche quando il merito era soprattutto suo. Avesse avuto più tempo, anche la sua elezione a vice presidente della commissione regionale pari opportunità avrebbe potuto garantire alle donne maggiori possibilità di tutela.
Proprio per la autenticità del suo impegno, dopo la sua scomparsa la nostra associazione è stata cercata dagli interlocutori, qualcuno anche istituzionale, che lei aveva contattato e cui aveva proposto la sua visione della direzione da prendere, trovando rispetto , condivisione e collaborazione. La loro preoccupazione è di onorare gli accordi presi con lei, di non lasciare incolto un terreno che lei aveva preparato per la semina.
Questo atteggiamento ci è di grande conforto e ci incoraggia a portare avanti alcuni importanti obiettivi: l’avvio concreto del codice rosa non solo presso il pronto soccorso di Udine, ma anche presso tutti gli ospedali della regione, l’applicazione del protocollo provinciale antiviolenza, la formazione sulla medicina di genere come momento ineludibile per la tutela della salute delle donne.
Gli argomenti presentati dalle relatrici e dai relatori (l’avv. Rosi Toffano per il protocollo provinciale contro la violenza sulle donne, la prof.ssa Augusta de Piero per la registrazione anagrafica, il dirigente Bruno Seravalli sulla la proposta di legge regionale sulla scuola, il regista Paolo Comuzzi sulla valorizzazione della memoria storica delle donne friulane dopo l’8 settembre 1943) sono temi che continuano a richiedere l’attenzione e l’impegno di tutti. Ci auguriamo che l’affetto e la stima che tutti noi abbiamo provato per Paola possano maturare una volontà di continuare le sue battaglie, di raccoglierne il testimone trasformando la tristezza per la sua assenza nella difesa tenace dei valori della democrazia e della giustizia, come lei ha sempre fatto per tutti noi e come avrebbe desiderato lei.
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