“Ai grandi uomini, la Patria riconoscente”: questa la grande scritta sul frontone del Pantheon di Parigi, ossia la chiesa di Sainte – Geneviève , nel cuore di Parigi, che da 1791 fu scelta per accogliere le spoglie dei grandi della République. La disparità numerica tra le salme di uomini e di donne sepolti nel Pantheon da tempo è nel mirino delle femministe francesi; infatti, a fronte dei 71 grandi uomini che là giacciono, finora solo due donne , Sophie Bertelot e Marie Curie, erano state riconosciute degne di entrare nell’esclusivo sepolcro.

Dopo le proteste delle femministe francesi François Hollande sembra ora intenzionato a riparare con l’annuncio dell’ingresso nel Pantheon di due donne impegnate nella Resistenza durante la seconda guerra mondiale. Si tratta dell’etnologa Germaine Tillion, scomparsa nel 2008, che fu un pilastro nella lotta contro l’occupazione nazista e che riuscì a liberare molti prigionieri francesi e inglesi. A seguito di tale attività fu denunciata e deportata al campo di concentramento di Ravensbuck; riuscì a sopravvivere e a battersi poi a favore degli algerini durante la loro guerra di indipendenza, denunciando le torture commesse dall’esercito francese. L’altra resistente e superstite di Ravensbruck è Geneviève Anthonioz- de Gaulle, la nipote del generale omonimo. Le due donne si erano conosciute nel lager e fu Geneviève a decorare poi l’amica Germaine con la Gran croce della Legion d’onore.

Tuttavia , assieme a loro, Hollande proporrà i nomi di altri due uomini appartenenti alla Resistenza: Il giornalista Pierre Brossolet(!903-1944) tortutato dalla Gestapo e Jean Zay (1904 – 1944), ministro assassinato dai collaborazionisti della Milice.In conclusione, obiettano le femministe francesi , il Presidente non affronta il problema della disparità. Con i quattro nuovi arrivi nel Pantheon riposeranno 73 uomini e solo quattro donne. Può essere davvero riparatoria tale decisione?

Se è una buona notizia che due donne valorose vengano finalmente accolte nel Pantheon, rimane la considerazione che sono ancora troppo poche, soprattutto al confronto ancora più amaro con il Pantheon di Roma, dove ci risulta ne sia sepolta solo una: Margherita di Savoia, che ritengo vi giaccia in virtù del suo titolo molto più che dei meriti manifestati in vita.
(rielaborazione dell’articolo di Stefano Montefiori, Corriere della sera del 21/02/2014)